Changri Nup Glacier Monitoring Expedition
UNIVERSITA' DI BRESCIA - DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA
CIVILE - GRUPPO "TOPOGRAFIA"
IL PROGRAMMA DELLA SPEDIZIONE DEL 1998
Nell'ambito del progetto strategico CNR Ev-K2 "Rilievi ambientali in ambiente alto-montano" opera da diversi anni il Gruppo Glaciologico diretto dal Prof. Claudio Smiraglia del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Milano con lo scopo di fornire un contributo alla conoscenza dell'evoluzione locale e globale del clima e dell'ambiente attraverso il monitoraggio di alcuni apparati glaciali. Già nel 1994 e 1995 il gruppo ha operato nella catena himalayana, in particolare nel massiccio dell'Everest (Nepal), dove è localizzato il Laboratorio-Piramide del CNR.
Ora, con il presente progetto di ricerca, il
Prof. Smiraglia si è collegato a realtà del mondo scientifico e accademico, che
possano fornire un valido supporto anche nell’ambito del rilievamento con
tecnologie avanzate dei ghiacciai himalayani. In particolare si è scelto di
studiare il ghiacciaio dello Changri Nup, affluente del Kumbu, alle pendici del
monte Everest. Il ghiacciaio era stato già oggetto di studio durante le
spedizioni precedenti, ma non dal punto di vista del rilevamento topografico.
Gli obiettivi a breve termine della
ricerca, che si svilupperà su base biennale sono i seguenti:
-
realizzare una rete di vertici GPS
noti in coordinate WGS84 nei dintorni del ghiacciaio;
-
effettuare una misura del DTM del
ghiacciaio dove non ricoperto da detriti, mediante GPS (in RTK) e
l’acquisizione di sezioni dello stesso dove risultasse coperto da detriti;
-
referenziare in coordinate WGS84
alcuni punti visibili anche da satellite, in modo da permettere la
georeferenziazione di immagini da satellite in alta risoluzione. (Quando le
stesse saranno disponibili).
-
verificare la possibilità di impiego
di tecnologie fotogrammetriche “terrestri” per il monitoraggio di alcune
quantità di interesse glaciologico (velocità del ghiacciaio, ecc…).
Gli obiettivi a lungo termine della
ricerca, a cui la spedizione di quest’anno sarà propedeutica, è sviluppare una
procedura standard in grado di monitorare con buone precisioni le variazioni
geometriche dei ghiacciai himalayani da dati satellitari. L’osservazione da
satellite dovrebbe essere in grado di fornire anche ulteriori informazioni
circa le caratteristiche del manto nevoso, inquinamento e altri parametri
ambientali.
Si tratterebbe dunque di una delle prime applicazioni a livello internazionale di realizzazione di carte a media scala mediante immagini satellitari ad alta risoluzione.
La spedizione è coordinata dal Prof. Claudio Smiraglia, presidente del Comitato Scientifico Centrale del CAI (Club Alpino Italiano) e professore associato di geografia presso l’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze della Terra e supplente di geografia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il Prof. Smiraglia è uno dei principali esperti nel settore glaciologico a livello internazionale e collabora strettamente a numerosi progetti di ricerca unitamente al CNR.
Alla spedizione parteciperanno i
seguenti ricercatori ed esperti:
Prof. Giacomo Casartelli, esperto
glaciologo, membro del Comitato Glaciologico Nazionale e del Comitato
Scientifico del CAI, è uno dei principali esperti dei ghiacciai alpini e da
anni tiene sotto controllo alcuni dei principali ghiacciai italiani (Fellaria,
Sherscen, Forni). Esperto fotografo è proprietario di un ricco archivio
fotografico in grado di documentare l’evoluzione di numerosi ghiacciai alpini
nell’ultimo trentennio.
Ing. Giorgio Vassena, ricercatore di
topografia presso il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli
Studi di Brescia, segretario del Comitato Organizzativo Esecutivo della
Conferenza ASITA 98, segretario della sezione SIFET di Milano, membro della
giunta di AUTeC (Associazione Universitari Topografia e Cartografia). Esperto
topografo ha al suo attivo numerose pubblicazioni a livello nazionale ed
internazionale nel campo delle misure topografiche classiche e GPS di
precisione.
Ing. Matteo Sgrenzaroli,
specializzato in gestione di dati SAR e telerilevati, è attualmente dottorando
presso il JRC (Joint Research Centre), Space Applications Institute -MTV Unit
di Ispra. E’ anche esperto alpinista e scalatore.
Ing. Gaetano Carcano, specializzato
in gestione di dati telerilevati, lavora attualmente con un contratto a termine
presso il JRC (Joint Research Centre), Space Applications Institute -MTV Unit
di Ispra. E’ esperto alpinista e scalatore.
Dott. Roberto Sgrenzaroli, fotografo
amatoriale e responsabile dell’organizzazione tecnico scientifica, materiali e
logistica della spedizione.
La spedizione si svolge sotto il patrocinio del
Comitato Scientifico Centrale del CAI e del Comitato Glaciologico Italiano.
Sono inoltre in attesa della risposta alla domanda di patrocinio inoltrata alla
presidenza della Regione Lombardia.
La spedizione è inoltre parte integrante delle
ricerche scientifiche approvate dal CNR all’interno del progetto CNR Ev-K2. Il
CNR, tramite la sua base logistica presso la piramide di ricerca posta alle
pendici del monte Everest (quota 5070 metri), collaborerà alla spedizione
fornendo pieno appoggio logistico alla istallazione di un “campo base” posto a
5600 metri di quota, in prossimità del limitare nevoso del ghiacciaio Changri
Nup e finanzierà completamente la missione del settembre 1999.
La spedizione si svolgerà tra il 18 settembre
1998 e il 17 ottobre 1998. Il periodo operativo, per ovvi motivi di
acclimatamento alla quota sarà limitato a circa 11 giorni.
Riferimento
organizzativo per l’Università di Brescia:
Ing. Giorgio Vassena
Università degli Studi di Brescia
Dipartimento di Ingegneria Civile
Via Branze, 38
25123 Brescia
Tel. 030-3715516
Fax. 030-3715503
E-mail: mailto:vassena@bsing.ing.unibs.it
Sito Web: http://www.rilevamento.it/
IL DIARIO DELLA SPEDIZIONE DEL 1998
(Tutti i messaggi sono inviati
grazie alla società SARTELCO di Vimercate che ha gentilmente messo a
disposizione il terminale satellitare per le comunicazioni via INTERNET)
Kathamndu 23 settembre 1998
Siamo purtroppo ancora
bloccati in Kathmandu. E' infatti il terzo giorno che tentiamo di volare a
Lukla, prima tappa del nostro avvicinamento a piedi verso il ghiacciaio Changri
Nup. Lukla è un paesino posto a 2800 metri di quota, e il suo aeroporto non è
altro che un breve campo sterrato immerso tra vette di quota superiore ai 4000
metri.
Gli insidiosi effetti del monsone si fanno purtroppo ancora sentire, cosa
inusuale in questo periodo dell'anno; così una fitta coltre di nuvole copre di
continuo l'aeroporto di Lukla e non permette l'atterraggio dei piccoli aerei da
20 posti che trasportano i trekkisti e gli alpinisti alla base della valle del
Khumbu. Ieri, martedì, siamo riusciti ad alzarci in volo da Kathmandu,
arrivando a sorvolare Lukla dalla quota di circa 4000 metri, senza che il
pilota riuscisse ad individuare una "finestra" utile di atterraggio
tra le nuvole. La vista delle vette himalayane in lontananza ha ulteriormente
accresciuto il
dispiacere quando il pilota si è rivolto ai passeggeri e ha comunicato:
"Back to Kathmandu !"
La situazione all'aeroporto è caotica. Decine di turisti e alpinisti attendono
la possibilità di imbarcarsi per le diverse mete himalayane e le diverse
agenzie cercano febbrilmente di accaparrarsi i primi posti nelle liste di
attesa. Questo contrattempo ci sta facendo perdere utilissime giornate di
lavoro, difficilmente recuperabili considerato che le operazioni di rilevamento
topografico del ghiacciaio si svolgeranno a quote superiori ai 5000 metri.
Rimane infatti l'incognita della reazione del nostro fisico a queste quote;
diversi alpinisti che incontriamo ci avvertono delle difficolta' di lavorare in
queste condizioni.
Stiamo valutando la possibilita' di volare nei prossimi giorni a Namche Bazar a
quota 3800 metri, recuperando così due giorni di avvicinamento ma perdendo la
possibilità di un buon acclimatamento e dunque esponendoci a probabili mal di
testa e mal di stomaco. Spendiamo dunque la giornata a riorganizzare il
programma di lavoro in quota, tenendo
conto di queste nuove condizioni.
Kathamndu 24 settembre 1998 ore 4.45 locali
Ci svegliamo per l'ennesimo tentativo di raggiungere Lukla. Dopo un'ora
siamo in aeroporto per la solita snervante procedura, che prevede la pesa dei
bagagli e la contrattazione per ottenere il posto sui pochi voli disponibili.
L'unica soluzione possibile sembra essere volare a Lukla con un aereo e dunque
da Lukla (2800 metri) a Namche Bazar (3600 metri) con un volo con un elicottero
da trasporto.
Saliti sull'aereo la situazione non fa sperare nella possibilita' di un facile
atterraggio. Una densa coltre di nubi, a quota 3500 metri ci permette di
osservare le cime innevate del Gauri Shanker (7145 metri) e del Melungtse (7181
metri) fa sembrare impossibile l'atterraggio. Una improvvisa apertura ci
permette pero' di atterrarre sulla pista sterrata e sconnessa dell'aeroporto di
Lukla.
Una improvvisa apertura ci permette pero' di atterrarre sulla pista sterrata e sconnessa dell'aeroporto di Lukla. (Foto G. Casartelli )
Siamo finalmente arrivati! La folla di portatori Sherpa si accalca lungo la
pista, osservando lo spettacolo dei pochi aerei ed elicotteri che riescono ad
atterrare ed in attesa di poter essere assoldati come portatori da qualche
spedizione o gruppo di trekkers.
La nebbia presto ci riavvolge, rendendo impossibile il volo in elicottero direttamente
verso Namche Bazar. Solo verso mezzogiorno riusciamo ad organizzare, con
l'aiuto dei nostri accompagnatori Sherpa, un gruppo di portatori che ci
seguira' con il materiale da qua fino in quota. Al contrario di quanto previsto
il maltempo non ha permesso a molti escursionisti di raggiungere la valle del
Khumbu; cosi' proseguiamo lungo la valle incontrando quasi unicamente
popolazione locale, spesso piegata sotto pesanti carichi, che salutiamo con il
saluto nepale "Namaste".
Passato un nuovo ponte sospeso di 130 metri, (presso il paese Phakding)
riconosciamo in un accampamento John Kraukauer, l'autore del noto e discusso
libro "Aria sottile". In un breve colloquio apprendiamo che il suo
ritorno nella valle del Khumbu, e' motivata dal desiderio di erigere un
monumento in memoria delle guide scomparse nella
tragedia descitta nel libro.
Ognuno procede lungo il sentiero con il "passo" piu' adeguato alla
propria condizione fisica e così rapidamente il gruppo si sgrana e si ricompone
a sera al "lodge" (alberghetti rustici gestiti in maniera familiare
dai locali), presso il paesino Toc Toc.
Percorso di avvicinamento al laboratorio Piramide Ev-K2-CNR da Lukla (185 Kbyte)
Namche Bazar (quota 3440 metri) 25 settembre 1998
Dopo quattro ore di cammino oggi abbiamo raggiunto Namche Bazar, un paesino
sorprendentemente ben attrezzato, con numerosi Lodge e piccoli negozi che
vendono dal materiale alpinistico a diversi generi di conforto. Questo paese e'
l'ultimo punto di sosta ben organizzato prima di raggiungere la piramide di ricerca del CNR posta a circa 5000 metri.
Durante la salita a Namche siamo entrati nel parco del Sagarmatha (Everest in
lingua locale), superando il punto di controllo della polizia nepalese, dove
abbiamo dovuto mostrare i nostri permesso di "trekking".
Giorgio Vassena con sullo sfondo il paese di Namche Bazar. (Foto Gaetano Carcano 1999)
La quota comincia a farsi sentire e alcuni componenti del gruppo iniziano ad
accusare mal di testa, problemi allo stomaco e stanchezza diffusa. E' ovvio che
nasca un po' di preoccupazione al pensiero che mancano circa 2000 metri al
ghiacciaio sul quale dovremo lavorare.
Piramide CNR (quota 5050 metri) 29 settembre 1998
Sabato 26 settembre partiamo alle 8.00 da Namche Bazar (3440 metri). Alcuni
ricercatori medici che in piramide effettueranno ricerche in campo fisiologico,
e che hanno seguito con noi l'avvicinamento, decidono di sostare un giorno in
piu' a Namche per migliorare l'acclimatamento; gli effetti dell'altitudine
cominciano infatti a farsi sentire.
Ci avviamo lungo la valle del Khumbu per un sentiero che in costa con frequenti
saliscendi ci porta fino a Phunki (3250 metri), dove un ponte sospeso su funi
ci permette di raggiungere il versante opposto della valle e da lì proseguiamo
la salita fino a raggiungere Thyangboche (3860 metri). Di fronte a noi compare
a tratti nascosta tra le nubi l'elegante e snella piramide della cima dell'Ama
Dablam; Ama Dablam, "madre di tutti i gioielli" , che per le
popolazioni locali ha il significato della madre di tutte le bellezze. Questa
località è nota per il grande monastero buddista, che domina il piccolo
villaggio. Durante la visita al tempio ci viene incontro un monaco che ci
saluta con la tipica frase "On mani pe-me humo" che significa
"saluto la divinità che è in te". Bruciato agli inizi degli anni
novanta, il monastero è stato completamente ricostruito ma purtroppo numerosi
manoscritti sono andati perduti per sempre. Nel pomeriggio giungono al nostro
"lodge" i portatori e gli yak, tipico animale da soma di queste
valli, con tutto la nostra strumentazione scientifica. Ne approfittiamo per
collaudare il materiale e verifichiamo che fino a questo momento la costosa
strumentrazione al nostro seguito non abbia subito danni.
Il giorno successivo partiamo per Periche, quota 4243 metri. Il tempo continua
ad essere incerto. Nuvole basse ci nascondono le fantastiche cime innevate dai
nomi affascinanti che ci circondano: Kangtega (6685 metri), Thamserku (6808
metri), Ama Dablam (6856 metri). La salita avviene lentamente, lungo la valle
affascinante dove i contadini nepalesi hanno ricavato lungo i ripidi pendii
piccoli terrazzamenti in cui coltivano patate e un particolare tipo di grano. A
Pangboche la valle si allarga e i terrazzamenti si fanno piu' ampi. Qui sorge
il monastero piu' antico della valle, abitato tutto l'anno da quindici monaci.
E' molto apprezzato il dono effettuato da Roberto Sgrenzaroli di una cartolina
che ritrae il Dalai Lama. Arriviamo infine nell'ampia e affascinante valle, dalla
tipica origine glaciale, in cui sorge il minuscolo paesino di Periche. Il
pomeriggio è nuovamente dedicato ai test di funzionamento del materiale tecnico
in particolare dei ricevitori satellitari GPS
Trimble. A
sera ci sentiamo affaticati dalla quota nonostante siano state rispettate le
regole fondamentali di comportamento in alta montagna consistenti nel muoversi
lentamente cercando il minimo dispendio di energie.
Lunedì mattina partiamo per la tappa più faticosa ma anche più desiderata, che
ci porterà fino in Piramide, coprendo un dislivello superiore agli 800 metri.
Saliamo lentamente anche se fisicamente ci setiamo in grado di accelerare il
passo; sappiamo infatti che a queste quote la fatica accumulata è difficilmente
recuperabile così come gli alpinisi esperti con cui ci muoviamo che sono anche
quelli a salire più lentamente. Superata una prima rampa lungo un'antica morena
glaciale, sostiamo presso il "cimitero Sherpa", dove sparsi in una
piccola piana dominata da altissime cime innevate, sorgono numerosi cippi a
ricordo di tutti gli sherpa tragicamente scomparsi durante il loro lavoro a
supporto delle spedizioni che si sono succedute su queste montagne.
Proseguendo, rimaniamo sorpresi di incontrare quasi a quota 5000 metri, due
occidentali che accompagnano a valle un portatore locale colto da mal di
montagna nell'allestimento di un campo in quota. Chissà come reagiremo noi che
per la prima volta raggiungiamo queste altitudini.
Dopo un'ultima sosta a Lobuche (4930 metri), abbandoniamo il sentiero che
conduce al campo base dell'Everest per seguire una piccola valle laterale
racchiusa tra la morena del ghiacciaio del Khumbu e quella del Lobuche. In
breve spunta in lontananza l'inconfondibile sagoma del centro di ricerca del
CNR italiano: "la piramide". Inizialmente ci sentiamo fisicamente in
ordine, ma con il passare delle ore inziamo ad accusare mal di testa e nausea.
Così sistemati rapidamente i bagagli e il materiale tecnico, ci mettiamo a
riposare nel piccolo lodge adiacente la piramide. In serata Giampietro Verza,
responsabile della gestione del centro di ricerca, e Michele Comi, nostra guida
durante l'avvicinamento, prestano soccorso ad un giovane neozelandese, colto da
mal di montagna acuto. Il ragazzo viene portato in piramide dove è sempre
disponibile una piccola camera iperbarica in cui vengono ricreate le condizioni
di pressione atmosferica di quote inferiori. Fortunatamente il giovane
escursionista si riprende rapidamente. Trascorriamo una notte agitata, combattendo
contro il mal di testa e contro la difficoltà di respirazione (dispnea).
Durante la notte ci incontriamo nei corridoi del lodge che ci ospita e ci
raccontiamo i nostri malanni e in mattinata ci svegliamo sotto una leggera
nevicata che imbianca la piramide e le morene che ci attorniano. A quando il
bel tempo ? Prima di colazione ci aspetta il prelievo del sangue per ricerche
mediche e dopo, finalmente, cominciamo a lavorare.
Piramide CNR (quota 5050 metri) - 30 settembre 1998
Ci svegliamo ancora con una fredda nevicata. Un po' tutti risentiamo di mal
di montagna che si manifesta con mal di testa, inappetenza, diturbi intestinali
e difficoltà respiratorie. Per la giornata abbiamo pianificato di effettuare la
prima campagna di misura con la strumentazione GPS-Trimble. La finalità di
questa operazione è la determinazione di una rete di punti noti in coordinate
planimetriche e altimetriche primo passo fondamentale per rilevare il
ghiacciaio Changri Nup, posto alle pendici del Monte Pumori e di fronte alla
cima del Monte Everest.
Vista dell' ice fall che scende dal Monte Everest Foto di Giacomo Casartelli
Tutta l'attrezzatura
necessaria per la giornata, viene suddivisa tra i tre portatori che ci
seguiranno, ragazzi di vent'anni che si guadagnano da vivere in questo faticoso
modo. Mentre ci apprestiamo a posizionare un ricevitore GPS in prossimità della
"piramide" e in corrispondenza di uno dei punti topografici
determinati nel 1992 nella campagna di misurazione della quota dell'Everest
(Proff. Poretti e Marchesini), Giacomo Casartelli parte alla ricerca di un
altro secondo punto noto posto sulla grande morena tardoglaciale del ghiacciaio
Khumbu. Al nostro arrivo purtroppo constatiamo che la posizione di tale punto
non è utile alle nostre esigenze in quanto, al contrario di quanto avevamo
ipotizzato analizzando la cartografia disponibile, da tale posizione non è
visibile il ghiacciaio Changri Nup oggetto
del nostro studio. Proseguiamo dunque la salita fino a raggiungere una
posizione panoramica sul ghiacciaio, posta a circa 5250 metri.
Il tempo è ancora brutto e ci muoviamo sotto un fastidioso nevischio. Decidiamo
comunque di proseguire le operazioni di misura; mentre Matteo Sgrenzaroli e
Giorgio Vassena posizionano la strumentazione in corrispondenza del punto
panoramico, Gaetano Carcano si avvia con due portatori verso il Kala Pattar
(5300 metri).
IL freddo è pungente e dobbiamo "vestire" i portatori, che tremano
dal freddo, e dobbiamo condividere con loro anche le poche provviste a
disposizione. Siamo costantemente in contatto radio, grazie al ponte radio
allestito dal Giampietro Verza, responsabile della "piramide CNR".
Verso le 13 giunge da Carcano la comunicazione che un cavo di un ricevitore
GPS, testato il giorno precedente, risulta difettoso e grazie allo sforzo di un
ragazzo sherpa che dalla piramide ci porta
di corsa un cavo di riserva, riusciamo comunque a completare il lavoro.
Rientriamo alla sera molto stanchi, felici di avere concluso con successo il
programma dei rilievi e di verificare come i problemi logistici di allestimento
del campo avanzato sono stati risolti nel pomeriggio dalla guida Seppi e dal
nostro Roberto Sgrenzaroli.
Piramide CNR (quota 5050 metri) 1 ottobre 1998
Abbiamo dedicato questa giornata, ancora una volta caratterizzata da brutto
tempo, alla preparazione di tutto il materiale e delle attrezzature necessarie
per l'allestimento del campo avanzato in cui ci sposteremo il 3 ottobre.
Durante la giornata è stato effettuato un collegamento in video-conferenza tra
la piramide e un istituto tecnico di Torino e ci è stata data la possibilità di
illustrare in diretta agli studenti il lavoro che stiamo svolgendo.
Piramide CNR (quota
5050 metri) 2 ottobre 1998
Una giornata
di intenso e fruttuoso lavoro!
Lasciamo la piramide sotto l'ennesima nevicata alla volta del nostro
ghiacciaio; l'obbiettivo e' di determinare alcuni punti topografici che
serviranno come punto di partenza per il rilievo del ghiacciaio. Raggiunta dopo
due ore di cammino la morena tardoglaciale, da qua seguiamo la morena fino ad
individuare un enorme masso su cui materializziamo un punto della rete
topografica di inquadramento e ne determiniamo la posizione tramite misura GPS.
Alle 13.30 iniziamo la misura della sezione della lingua glaciale utilizzando
una metodologia di rilevamento topografico che prende il nome di RTK (Real time
kinematic) che prevede l'utilizzo di due ricevitori GPS. I due ricevitori sono
in continuo collegamento tramite radio modem. Cio' permette, mantenendo un
ricevitore fisso, di determinare in tempo reale la posizione del secondo
ricevitore che viene spostato lungo il ghiacciaio. Coprire in andata e ritorno
i 700 metri della lingua glaciale, completamente coperta da detrito instabile
che ci separano dalla morena opposta del ghiacciaio ci richiede tutto il
pomeriggio. Ritorniamo precipitosamente alla piramide, la nebbia e l'oscurita'
incombono e la stanchezza del muoversi a queste quote si fa sentire. Dopo un
buon piatto di carne di Yak, non resistiamo alla curiosita' di trasferirci nel
nostro laboratorio in piramide per elaborare i dati acquisti durante la
giornata.
"non resistiamo alla curiosita' di trasferirci nel nostro laboratorio in piramide per elaborare i dati acquisti durante la giornata" . Da sinistra Gaetano Carcano e Matteo Sgrenzaroli (Foto di Giorgio Vassena)
Quello che probabilmente
e' il primo rilievo in tempo reale tramite GPS a quote superiori ai 5000 metri
ha avuto esito positivo.
Ghiacciaio Changri Nup sabato 3 ottobre 1998
Un saluto a tutti i lettori dei nostri dispacci dal ghiacciaio Changri Nup.
Vi scriviamo dal freddo di una notte a 5300 metri di quota, nel mezzo del
ghiacciaio Changri Nup, sotto una tenda di alta quota. Dalla piramide
Gianpietro Verza ci sta inviando, tramite ponte radio, dolci note di buona
notte (solo al lui possono venire in mente idee di questo tipo!!!).
Questa mattina, nuovamente sotto una fitta nebbia e una fredda nevicata, ci
siamo mossi alla volta del Ghiacciaio Changri Nup, con l'obiettivo di posizionare
il campo avanzato a quota 5500 metri.
"...ci siamo mossi alla volta del Ghiacciaio Changri Nup, con l'obiettivo di posizionare il campo avanzato a quota 5500 metri". Nella foto Gaetano Carcano (Foto di Giorgio Vassena)
Ad accompagnarci Seppi
guida di Alagna, uno sherpa e 5 portatori con parte del materiale necessario
all'allestimento del campo. Il ghiacciaio presenta una lunga lingua coperta da
una spessa coltre di detriti con enormi massi, spesso in posizioni instabili
sul ghiaccio che affiora in strane forme. Piccoli laghi, piazzole sabbiose ,
ripidi crinali sassosi, vele di ghiaccio compongono questo paesaggio. In questo
terreno ci siamo trovati ad avanzare con difficoltà, accresciuta dalla continua
nevicata. All'inizio il procedere è agevolato dagli "ometti"
(segnavie realizzati con cumuli di pietre) posizionati ancora nel 1994 da
Giacomo Casartelli, che ben presto pero' si perdono inghiottiti dai movimenti
del ghiacciaio. Risulta ben presto evidente che con queste condizioni
ambientali non è realistico raggiungere la posizione predefinita per il campo
avanzato. Allestire il campo a tale quota, con queste persistenti condizioni
atmosferiche avverse, richiederebbe almeno due ulteriori giornate.
In mezzo alla lingua del ghiacciaio, individuiamo uno spazio sabbioso,
sovrastante piccoli laghi e ponti di ghiaccio grigio-azzurri. Qua decidiamo di
fermarci. Con l'aiuto dei portatori, in breve tempo innalziamo quattro tende e
per le 15 tutto è pronto. I portatori rientrano alla piramide, per poter
effettuare domani un nuovo trasporto di materiale; rimaniamo dunque qua in
compagnia di uno sherpa e del suo aiutante. Effettuiamo subito una misurazione
topografica tramite la strumentazione GPS-Trimble (gentilmente messa a
disposizione da Nikon Italia) in modo da poter definire la velocità di
scorrimento verso valle della masse glaciale su cui ci troviamo. In serata uno
squarcio tra le nubi ci concede una suggestiva visione delle vette dell'Everest
e del Nupse illuminati dalla luna piena: al ritorno delle nubi ci ritiriamo
nelle nostre tende.
Ghiacciaio Changri
Nup - Campo Base - quota 5150 metri - 4 ottobre 1998
Ci svegliamo
verso le ore 7.00. A sera la valle era ancora immersa nelle nubi monsoniche,
che tardavano ad allontanarsi, ora invece i venti da nord hanno finalmente
ripulito il cielo dalle nubi e per la prima volta ci appaiono in tutto il loro
splendore le vette piu' alte del globo. Everest e Nupse si ergono di fronte a
noi con imponenti pareti imbiancate, lo spettacolo e' mozzafiato.
Appenail sole penetra nella valle, si odono sempre piu' frequenti i boati di
grossi massi che cadono nei laghi glaciali o delle slavine che si staccano dai
ripidi pendii. A svegliarci con un the caldo è Norbu, l'amico sherpa, che
coordina tutte le attivita' del campo e dei portatori. Il nostro campo base è
composto da 6 tende. La tenda di dimensioni maggiori e' utilizzata come
deposito materiali e sala mensa, attorno ad essa sono disposte le tende per dormire
(2 per noi e due per i portatori) e una tenda cucina. La colazione si compone
di the nero o di caffe' lungo macchiato con latte, di marmellata d'arancia, di
"ciapati" (una specie di pane azimo realizzato con farina di riso).
Qualche volta vengono fornite anche uova, purtroppo non sempre freschissime,
anzi spesso del tutto andate a male. Scherzando tra noi diciamo che le uova
"nere" sono uova di Yak, tanto e' usuale trovarne nei nostri piatti.
Per cucinare l'acqua viene presa rompendo il ghiaccio notturno del laghetto
glaciale posizionato sotto la scarpata morenica antistante il campo. In due
partiamo alla volta della fronte bianca del ghiacciaio Changri Nup e un
portatore ci accompagna in questo primo sopralluogo. Decidiamo di procedere
lungo l'asse centrale della lingua glaciale coperta di detriti. Un terzo
componente del gruppo rimane invece a valle, per stazionate con il ricevitore
GPS in corrispondenza di punti topografici misurati nei giorni precedenti.
L'avanzare lungo il ghiacciaio e' lento e difficoltoso per l'assoluta mancanza
di riferimenti o di tracce di passaggi. Dopo circa 2 ore e trenta giungiamo
alla maestosa fronte ghiacciata, che presenta una poderosa seraccata alta piu'
di 100 metri. Verso nord scorgiamo il passo Changri La, dove un'antica leggenda
racconta sorgesse un monastero. Saliamo ulteriormente lungo la morena che
divide due lingue glaciali fino a giungere, a quota 5500 metri, su un grande
terrazzo erboso, che domina il ghiacciaio stesso.
"..a quota 5500 metri, su un grande terrazzo erboso, che domina il ghiacciaio stesso." Il GPS in misurazione. Sullo sfondo, a sinistra, la cime del monte Everest. (Foto di Giorgio Vassena)
' in questo punto che
decidiamo di posizionare il campo avanzato e di materializzare il punto
topografico piu' avanzato della nostra rete di misure.
Per tornare al campo "base" scegliamo un diverso percorso al fine di
materializzare su dei massi posti al centro del ghiacciaio dei punti che
rimisurati a distanza di alcuni giorni possano darci informazioni circa lo
spostamento della massa glaciale. Alle ore 18.30 facciamo ritorno al campo
base, molto stanchi dopo piu' di dieci ore trascore in quota e su terreno accidentato.
E' ora l'occasione di ritenprare le forze e di discutere con gli altri membri
della spedizione circa gli aspetti logistici che richiede attrezzare un campo
avanzato. Dopo cena, la luna piena illumina a giorno le vette imbiancate del
Nuptse e dell'Everest. E' uno spettacolo che ci fa ricordare le nostre Alpi e
ci induce ad una cantata corale di canti alpini.
Tornati nelle tende, dalla piramide riceviamo via ponte radio la buona notte
musicale inviata, come ogni sera, da Giampietro Verza, responsabile del
laboratorio.
Ghiacciaio Changri Nup - Campo Base - quota 5150 metri - 5 ottobre 1998
Durante questa giornata non sono previsti spostamenti dal campo
"base". Impieghiamo il tempo per elaborare i numerosi dati acquisiti
con la strumentazione GPS-TRimble acquisiti nei giorni precedenti. E' di
notevole soddisfazione verificare il buon andamento delle operazioni di rilievo
topografico. La rete di punti noti si sta' lentamente infittendo lungo i bordi
del ghiacciaio con buone precisioni. Parte dei membri della spedizione e'
impegnata nei preparativi per l'allestimento del campo avanzato a 5500 metri.
Il materiale necessario e' veramente notevole; al nostro seguito abbiamo un
teodolite, un distanziometro a raggi infrarossi, tre ricevitori e antenne GPS-Trimble
(gentilmente messi a nostra disposizione dagli ingg. Nardini e Padovani di
Nikon Italia), un treppiede topografico, tre treppiedi superleggeri, due
computer portatili (uno di riserva), un telefono satellitare (MOBIQ), tre
radioricetrasmitenti, 10 batterie da moto, 2 batterie da autovettura, 6
pannelli solari per la ricarica delle batterie (forniteci dal laboratorio
Piramide), tutto il materiale personale e l'attrezzatura tecnica di alta
montagna (picozze, corde, ramponi,...). Per allestire un campo e' inoltre
necessario garantire l'approvigionamento di cibo, acqua, fornelli. Per il
trasporto di questo materiale abbiamo a disposizione 4 portatori che sono in
grado di trasportare in gerli di vimini quantita' incredibili di materiale. I
gerli, al contrario di quanto accade dalle nostre parti, non hanno spallacci e
vengono trasportati grazie ad un nastro che fa perno sulla fronte del
portatore. Il nostro Sherpa, responsabile della gestione del campo base e dei
portatori a nostra disposizione, ci spiega che questa e' l'unica possibilita'
di trasportare carichi superiori ai 30 chili per lunghi tratti !
Verso le 12.00 osserviamo in diretta, con il binocolo, la conquista del monte
Pumori da parte di una spedizione Ucraina e ne descriviamo le ultime fasi via
radio a Michele Comi, guida alpina valtellinese, che tra pochi giorni si
apprestera' a compiere la medesima impresa. Mentre nel pomeriggio continuiamo
con i preparativi per il campo avanzato, in cui da domani si recheranno tre di
noi, Gaetano Carcano effettua con strumentazione GPS, in modalita' RTK, il
rilevamento di due sezioni del ghiacciaio Changri Nup. Giacomo Casartelli si
muove invece in perlustrazione, individuando un percorso di avvicinamento alla
fronte bianca (cioe' non coperta da detriti) dal Chengri Nup, che evita la
parte centrale della lingua glaciale muovendosi lungo i piccoli laghi glaciali
posti lungo la destra idrografica del ghiacciaio stesso. In questo modo si
evitano gran parte delle montagne di detriti instabili che ricoprono il
ghiacciaio e che obbligano a continui saliscendi e deviazioni.
In serata una buona cena ci riunisce nuovamente nella tenda-mensa. La cena, a
base di riso con verdure, frittata con formaggio, carne in scatola e the, ci fa
rimpiangere non poco la dieta italiana ed in particolare il nostro buon vino.
Ghiacciaio Changri
Nup - Campo avanzato - quota 5500 metri - 6 ottobre 1998
"Morning
Sir!", puntuale come un orologio Norbu, Sherpa responsaile del nostro
campo base, apre le cerniere delle nostre tende e ci porge una tazza fumante di
the' al latte. E' un'altra stupenda giornata di sole, cosi' ci prepariamo a
partire per la fronte bianca del ghiacciaio. L'obbiettivo di oggi e' di
organizzare il campo avanzato a quota 5500 e di effettuare il rilievo della
fronte del ghiacciaio non copero da detriti per poter confrontare tali misure
con quelle effettuate negli anni precedenti e verificare l'entita'
dell'arretramento della fronte. L'avvicinamento alla fronte scoperta del
ghiacciaio richiede due ore di cammino su terreno estremamente impervio e
instabile; siamo costretti a muoverci seguendo i riferimenti (ometti) da noi
predisposti nelle ricognizioni dei giorni precedenti sul ghiacciaio in gran
parte coperto da detriti con massi di dimensioni variabili tra i 20 cm e
qualche metro, incastrati tra loro in un equilibrio molto precario cosi' che a
tratti piccole frane ci costringono alla massima attenzione nel procedere. Solo
a tratti il ghiaccio affiora in ripide pareti, caverne glaciali, ponti sospesi
creando piccoli laghi di un intenso colore grigio blu.
In prossimita' della fronte del ghiacciaio scoperto il terreno si trasforma in
un lungo falsopiano in leggera salita di ghiaia e sabbie minute solcato da
torrenti originati dal ghiacciaio.
Il tragitto dal campo base fino a qui, seguendo le indicazioni di Giacomo
Casartelli, e' cosi' ridotto a circa 2 ore e trenta. E' stupefacente osservare
con quale agilita' i portatori riescano a muoversi con semplici scarpe da
tennis e/o ciabatte inffradito lungo i massi instabili del ghiacciaio.
Arrivati alla fronte del ghiacciaio, a circa 5350 metri di quota Matteo
Sgrenzaroli parte con due portatori alla volta del campo avanzato, mentre
Giorgio Vassena e Gaetano Carcano rimangono in attesa di un portatore che lungo
la via si e' attardato, come poi scopriremo per malesseri fisici. Il portatore
in ritardo obbliga ad una lunga attesa, mettendo a rischio il programma di
misure topografiche della giornata. Fino ad ora non sono mai accaduti intoppi
significativi al nostro piano di misure, nonostante il maltempo che inzialmente
aveva rallentato e rese faticose le operazioni "in campagna". Dopo
circa un'ora e mezza, molto affaticato arriva il nostro portatore, con il
ricevitore GPS-Trimble, il treppiede topografico alleggerito da noi progettato
per queste misure in Himalaya e due batterie da moto da 12 ampere/ora. Ed ecco
un nuovo intoppo. I contatti delle due batterie, durante il trasporto, si sono
toccati, facendo scoccare una forte scarica che ha messo in corto circuito le
batterie stesse. Ci troviamo dunque a diverse ore di cammino dal campo base,
con unicamente una batteria da auto al campo avanzato e una residua batteria da
moto alla base del ghiacciaio. Fino a domani in tarda mattinata non avremo
nuove batterie cariche e questo potrebbe notevolmente compromettere le nostre
attività di misura. Tutto funziona con le batterie! La strumentazione
topografica, il telefono satellitare MOBIQ, le radio. Dal laboratorio piramide
Giampietro Verza decide di intervenire immediatamente. Entro domani pomeriggio
ci farà avere un piccolo apparato di pannelli solari, con cui anche dal campo
avanzato potremo intervenire in casi di emergenza come quello accadutoci oggi.
Un buon esempio di efficienza a 5000 metri! Vassena e Carcano cominciano dunque
le misure, con notevole ritardo rispetto al piano di lavoro. La cosa è
abbastanza grave perche' oltre l'ora limite delle 14.00 i portatori devono
essere lasciati liberi di tornare al campo base; altrimenti rischierebbero di
trovarsi lungo il percorso nel buio e al freddo lungo le sassaie e i pendi
ghiacciati dello Changri Nup.
Appena tutta la strumentazione e' in ordine viene attivato un collegamento
radio con il campo base. Roberto Sgrenzaroli, completate le operazioni di
trasferimento carichi per il campo avanzato e di ricarica degli accumulatori,
posiziona e attiva una stazione GPS su uno dei punti noti in modo da poter
reallizzare la triangolazione programmata per oggi. Ultimata la misura con il
GPS Vassena e Carcano effettuano delle misure e rilievi della fronte del
ghiacciaio la' dove questa crea dei pericolosi e inacessibili seracchi sospesi.
La sera giunge rapidamente. Il gruppo avanzato si ritrova nella tenda
posizionata a quota 5500, mentre i portatori rientrano al campo base.
Alla sera con il consueto collegamento radio con la piramide ci giunge qualche
satirica notizie riguardo discussioni sorte a tavola con il guppo di Jon
Krakauer a causa di un dolce al sapore di Cherosene...
La nostra veglia notturna inizia con le dolci note diffuse da "radio
Piramide".
Ghiacciaio Changri
Nup - Campo avanzato - quota 5500 metri - 7 ottobre 1998
La notte e'
stata disastrosa; a fatica usciamo dalla nostra tenda e con estrema lentezza
iniziamo a sistemare il materiale. Quassu' non c'e' l'amico Norbu che ci
sveglia con una tazza di caffe' fumante! Dal campo base ci avvisano via radio
che Giacomo Casartelli sta gia' salendo. Organizziamo il lavoro per la
giornata: Gaetano Carcano che non ha dormito tutta la notte rimane al campo
avanzato a gestire la stazione fissa GPS che in collegamento radio-modem con
quella mobile permettera' il rilievo della fronte del ghiaccio bianco in tempo
reale con la precisione del centimetro.
Rilievo della fronte del ghiacciaio Changri Nup. (Foto di Gaetano Carcano)
Attendiamo che i
portatori partiti dal campo base con gli accumulatori ricaricati ci raggiungano
in modo da poter iniziare le misure, nel frattempo prepariamo il materiale occorrente
e sistemiamo il campo. Tutte le operazioni procedono a fatica e a rilento a
causa della quota elevata e della fatica accumulata nel lavoro dei giorni
precedenti.
Giunti i portatori, Giorgio Vassena e Matteo Sgrenzaroli iniziano la discesa
sul ghiacciaio con il materiale GPS occorrente per la misura in tempo reale.
Dobbiamo veramente premiare la qualita' dei ricevitori GPS-Trimble, fornitici
dall'ing. Nardini di Nikon Italia, che continuano ad operare con instancabile
precisione, al contrario di noi, affaticati operatori topografici in quota.
Giacomo Casartelli contemporaneamente e' impegnato nelle misure di temperatura
nei pressi della fronte. Nel pomeriggio ci ritroviamo tutti davanti alla fronte
bianca del ghiacciaio. Gaetano Carcano e' ancora nei pressi del campo base
avanzato. Visto che le sue condizioni continuano a peggiorare decide, dopo aver
sentito via radio il parere dei medici dalla Piramide, di rientrare in serata
al campo base; in quota e' molto difficile recuperare. Cosi' in serata solo Matteo
Sgrenzaroli e Giorgio Vassena pernottano al campo avanzato, a quota 5500 metri.
Per loro è strana la sensazione di trovarsi sperduti su uno spiazzo erboso in
quota e al medesimo momento di rimanere in contatto via radio con tutto il
resto della spedizione.
Gaetano Carcano ritorna al campo base in compagnia di Giacomo Casartelli e in
questo modo si conclude un'altra giornata di lavoro. Il tempo continua a
mantenersi bello e le nottate, vissute al campo avanzato e al campo base,
illuminate dalla luna piena sembrano incantate.
Ghiacciaio Changri Nup - Campo avanzato - quota 5500 metri - 8 ottobre 1998
L'ultima notte prevista al campo avanzato non è stata vissuta bene. Sia
Matteo Sgrenzaroli che Giorgio Vassena hanno avuto difficoltà sia nel dormire
che nel digerire la cena della sera precedente. Ci permetta ora il lettore di
passare ad alcune annotazioni personali! Ci svegliamo alle 7.00, giusto in
tempo per il primo contatto radio con il campo base. Numerosi giorni di lavoro
in quota, con alzata alle 7.00 e lavoro fino alle 20.00, con l'elaborazione del
dati rilevati con la strumentazione topografica durante la giornata, fanno
sentire il loro effetti. Siamo entrambi spossati e organizzare tutto il
materiale del campo per il trasporto alla base del ghiacciaio bianco Changri
Nup, nuova e ultima posizione prevista per il campo avanzato a quota 5300
metri, richiede sforzi imprevisti. Ogni azione deve essere fatta con lentezza e
ci stupisce l'intontimento generale che ci ha colpito. In fondo non siamo che a
5500 metri. Cosa accade dunque a chi sale sulle alte vette che ci circondano?
La colazione è, a fronte delle energie di cui ci sentiamo in difetto, frugale;
qualche biscotto, molta marmellata e miele nepalese, un po' di cioccolatto e
uno "sgamino" di formaggio grana. Sorridiamo ricordandoci il termine
"sgamino", molto usato (probabilmente assolutamente inventato) dal
nostro amico Stefano Squicciarini che ha il significato di "piccolo
assaggio furtivo di qualcosa di gustoso"! A darci un po' di vigore e' l'inattesa
telefonata al telefono satellitare MOBIQ del Prof. Giovanmaria Lechi, bresciano
docg e professore al Politecnico di Milano il quale, con la sua amicizia, i
suoi consigli e il suo aiuto ha costituito e costituisce il vero "campo
base" dell'intera spedizione.
Verso mezzogiorno arriva finalmente Norbu, il mostro sherpa con due forti
portatori; sono due ragazzi non piu' alti di un metro e sessanta, ma con una
forza sovraumana e con il sorriso sempre stampato sul volto. A furia di
seguirci nel nostro vagare per morene e sfasciumi si sono un po' affezionati a
noi e viceversa. Spesso condividiamo con loro il nostri rifornimenti alimentari
o provvediamo a coprirli con qualche indumento quando il freddo si fa piu'
intenso. Faticare insieme rende solidali! E' ora di dividerci. Mentre Norbu e i
portatori puntano verso valle per istallare il campo avanzato alla base del
ghiacciaio, secondo le istruzioni di Roberto Sgrenzaroli, partiamo alla volta
della sommità della parte innevata del ghiacciaio Changri Nup, per poi
ridiscenderlo con la strumentazione GPS-Trimble e rilevarne il DTM (Digital
Terrain Model) e cioe' in termine meno tecnico, l'andamento planoaltimetrico.
Camminiamo lungo il terrazzo erboso che ha ospitato il campo avanzato,
muovendoci "in costa" acquistando lentamente quota. Arriviamo ad una
sella che domina il ghiacciaio ad una quota di circa 5600 metri per poi
muoverci "in quota" per raggiungere la sommità del ghiacciaio.
Continuiamo a spingerci verso est, mentre a sud, sotto di noi, il ghiacciaio
candidamente innevato è sormontato da ripide cime innevate che spesso
"scaricano" pericolose masse nevose. A nord ci domina una severa cima
con impressionanti candele di ghiaccio e ripide pareti. Ad est, di fronte a
noi, una sella rocciosa, un tempo probabilmente facilmente raggiungibile dal
ghiacciaio (ora non piu' a causa del notevole abbassamento in spessore dello
stesso), è costituita da una ripida parete rocciosa di colore rossastro.
Abbiamo la senzazione di essere alla fine del mondo. Sgrenzaroli esclama
"siamo in un posto da fate", ed e' vero! Oltre quella sella si apre
la vallata disabitata di Gokyo, chissa' quante altre cime e valli inesplorate.
Siamo a circa 5 ore di cammino dal campo base, a piu' di 7
ore dalla "piramide" e per giungere a Lukla l'aeroporto che ci
potrebbe portare a Kathamndu, dovremmo camminare 4 giorni. Prima di montare sul
ghiacciaio Matteo monta a forma di croce due bastoncini in legno che avevamo
raccolto con Carcano appena dopo Thyangboche. Prima di cominciare la nostra
camminata sul ghiacciaio fissiamo la croce nel terreno e recitiamo insieme
l'Angelus, per fare memoria di Chi ha creato tutto quello che ci circonda.
Discendiamo velocemente il ghiacciaio, effettuando le misure con la
strumentazione topografica satellitare. Finalmente un ghiacciaio coperto di
neve e ghiaccio! Dopo una settimana trascorsa su ghiacciai coperti da detriti
ne avevamo quasi dimenticato l'esistenza. Ogni 30 minuti rispondiamo al
contatto radio con Gaetano Carcano che, completamente rimessosi dalla stanchezza
del giorno precedente, ha attivato un ricevitore GPS e ci permette dunque di
effettuare le misure topografiche sul ghiacciaio. Ricordiamo infatti ai lettori
di questi dispacci che le misure topografiche tramite strumentazione GPS
prevedono l'utilizzo contemporaneo di antenne che ricevono segnali provenienti
da una costellazione di satelliti artificiali. Si tratta dunque di misure
relative tra due ricevitori posti a distanza anche non reciprocamente visibili.
Attorno alle 16.15 possiamo finalmente togliere i ramponi e avviarci verso il
campo avanzato montato nel pomeriggio da Norbu. Velocemente lasciamo il
materiale non indispensabile nella tenda e ci avviamo velocemente al campo
base. Non ci si deve attardare in quanto con il calare dell'oscurita' diventa
arduo seguire i segnavie in pietre che indicano la strada ottimale. Perdere la
via significherebbe allungare anche di una-due ore il percorso.
Ormai al buio e spossati dalla lunga giornata di cammino e lavoro arriviamo al
campo base festeggiati da Roberto Sgrenzaroli e Gaetano Carcano. Un'ottima cena
a base di pane fritto, panzerotti nepalesi al formaggio, riso alle verdure,
tonno e con il solito "sgamino" di formaggio grana ci rimettono tutti
in forma.
La serata viene spesa nella scrittura comune di un dispaccio che prontamente
inviamo via posta elettronica all'amico Alberto Arenghi del Dipartimento di
Ingegneria Civile dell'Università di Brescia, nostro punto di riferimento per
le comunicazioni con l'Italia e creatore della presente pagina WEB della spedizione.
E' l'occasione per ricordare che la spedizione "Changri Nup Glacier
Monitoring Expedition" ha avuto origine da un gruppo di amici amanti della
montagna e della glaciologia e che vede la supervisione
"glaciologica" da parte del Prof. Claudio Smiraglia dell'Università
di Milano e la supervisione delle operazioni topografiche da parte di Giorgio
Vassena, ricercatore in topografia presso la Facoltà di Ingegneria
dell'Università degli Studi di Brescia. I membri della spedizione, oltre a
Giorgio Vassena sono Giacomo Casartelli, glaciologo e membro del Comitato
Glaciologico del CAI, Gaetano Carcano e Matteo Sgrenzaroli, entrambi
ricercatori presso il JRC (centro di ricerca delle Comunità Europea) presso
Ispra e da Roberto Sgrenzaroli, imprenditore edile della Società Edilveco di
Verona, esperto ed appassionato di montagna.
Chiunque desiderasse entrare in contatto con i membri della spedizione puo'
inviare un messaggio di posta elettronica ad Alberto Arenghi all'indirizzo
e-mail arenghi@bsing.ing.unibs.it o al numero di fax 030-3715503 (Dipartimento
di Ingegneria Civile dell'Università di Brescia) all'attenzione dell'Ing.
Arenghi e dell'ing. Vassena.
Ghiacciaio Changri Nup - Campo base - quota 5300 metri - 9 ottobre 1998
Questa mattina il risveglio ci è dato da un vento impressionante che fa
vibrare le nostre tende al campo base. Il muro ghiacciato di circa 30 metri che
sovrastava il limpido laghetto glaciale poco sotto il nostro accampamento, è
improvvisamente crollato. Il laghetto è ora un ammasso disordinato di blocchi
di ghiaccio e ci accorgiamo che la frana ha pericolosamente invaso il sentiero
che fino ad ieri percorravamo per raggiungere il campo avanzato. Piccoli crolli
si susseguono per tutta la mattinata, suggerendoci una modifica del percorso. Gaetano
Carcano parte con un portatore alla volta del campo avanzato, dove in giornata
sarà raggiunto da Giacomo Casartelli proveniente direttamente dalla Piramide.
Roberto e Matteo Sgrenzaroli con Giorgio Vassena si prendono una giornata di
riposo rimanendo al campo base. Le operazioni al campo avanzato procedono con
buoni risultati e Gaetano Carcano aggiorna di continuo il campo base. Il
programma di lavoro si sta rapidamento concludendo. La rete topografica di
punti misurati con metodologia GPS, oramai e' completata con risultati ottimi.
Sono gia' state acquisite 4 sezioni del ghiacciaio a fronte delle tre previste
in fase di progetto dei lavori. Ora ci manca unicamente di completare la misura
della forma della parte bianca del ghiacciaio.
Durante la fase di rilievo del ghiacciaio, abbiamo potuto osservare il distacco
(di pochi metri) tra la parte "bianca" del ghiacciaio e la lingua
glaciale proveniente da nord. Tale distacco implica che da quest'anno
l'isolamento della parte "bianca" del ghiacciaio dalla lingua
principale proveniente da nord.
Per ora di pranzo giunge al campo base un rappresentante del RONAST, ente
nazionale per la ricerca scientifica nepalese. Mr. Siva si occupa di problemi
idrologici, una tematica molto importante per le numerose innondazioni che
affligono le regioni himalayane. Disastri simili a quello avvenuto pochi anni
orsono in Valtellina, in cui violente precipitazioni in alta quota provocano
disastrose inondazioni a causa del rapido scioglimento delle masse glaciali,
qui sono molto frequenti. Mentre Gaetano Carcano e Giacomo Casartelli sono
ancora impeganti nelle misure alla fronte del ghiacciaio non coperto da
detriti, al campo base si organizzano gli ultimi giorni di lavoro, nonché il
graduale smantellamento del campo base e del campo avanzato. Roberto
Sgrenzaroli, per meglio gestire i problemi logistici si reca da oggi in
Piramide.
Per il 12 ottobre tutta la nostra attrezzatura tecnico-scientifica dovrà essere
infatti opportunamente organizzata per il trasporto a dorso di Yak o grazie ai
portatori fino al piccolo aeroporto di Lukla.
Un ultimo saluto via radio tra Piramide, campo base e campo avanzato chiude la
giornata.
Ghiacciaio Changri
Nup - Campo Avanzato 5300 metri - 10 ottobre 1998
Ora il campo
avanzato e' costituito da un'unica tenda, posta su uno spiazzo sabbioso di
fronte all'imponente seraccata del Changri Nup. 150 metri di ghaiccio dominano
la spianata sassosa e le lunghe notti sono accompagnate dai cupi rombi dei
crolli di ghiaccio. Carcano e Casartelli partono presto per il lavoro che
permettera' di completare il rilevamento del ghiacciaio. Contemporaneamente al
campo base si decide che Giorgio Vassena si rechera' al campo avanzato a dare
il cambio a Casartelli, mentre Matteo Sgrenzaroli rimarra' a fare da collegamento
al campo base. Ora che si sta avvicinando il momento di scendere a valle,
iniziamo tutti a sentirci decisamente meglio.
Durante la mattinata Vassena raggiunge i due amici sul ghiacciaio, continuando
insieme le operazioni di rilevamento. La giornata e' spesa percorrendo tutto il
ghiacciaio, fino a dove questo termina in una caratteristica conca rocciosa a
quota 5600 metri. Il freddo, nonostante la giornata soleggiata, e' comunque
intenso; a queste quote il sole scalda molto, ma l'aria rimane sempre molto fredda,
dando spesso fastidio anche al respiro. Facciamo ritorno alla tenda attorno
alle 15.30. Li' troviamo il fedele portatore Anglakpa che da tutta la giornata
e' rimasto in nostra attesa al campo base, per poter iniziare il trasporto di
parte del materiale a valle. Anlakpa e' un ragazzo diciannovenne che avendo
lavorato come cameriere a Kathmandu ha una minima conoscenza della lingua
inglese. Cio' ci permette comunicare con lui, e per questo gli siamo
particolarmente affezionati.
Casartelli e il portatore partono immediatamente per il campo base e alle 17.30
ci arriva da Matteo la conferma del loro arrivo. Dalle 17.00 Carcano e Vassena
sono gia' chiusi nella tenda, cucinando le ultime provviste che cosistono in
bustine di the e una frugale pasta e fagioli. A queste quote le giornate
finiscono presto, oltre tale orario il freddo si fa cosi' intenso da non
permettere di lavorare. Contemporaneamente al campo base e' rimasta un'unica
tenda, dove cenano e pernottano Matteo Sgrenzaroli, Giacomo Casartelli, il rappresentante
del RONAST, Mr. Siva, un portatore e il cuoco Norbu, omonimo del nostro sherpa.
La serata si conclude con il consueto contatto radio tra piramide e noi che
operiamo oramai da diversi giorni sul ghiacciaio.
Ghiacciaio Changri Nup - Piramide - 11 ottobre 1998
Campo avanzato, ore 3.30. Non dormiamo da diverse ore e Gaetano Carcano in
buone condizioni fisiche decide di provare la salita alla cima che domina il
ghiacciaio e che da diversi giorni osserviamo incuriositi. "La luna
permette un'agile salita lungo il ghiacciaio; non e' nemmeno necessario
accendere la lampada frontale! Il freddo e' molto intenso; lasciato il
ghiacciaio mi inerpico sulla morena laterale puntando ad una forcella di roccia
rossa, sulla cresta che divide la valle del Khumbu dalla valle di Gokyo.
Raggiungo la forcella mentre un primo bagliore dietro l'Everest annuncia che
l'alba e' vicina. Con una breve arrampicata risalgo un risalto roccioso sulla
cresta prestando attenzione al ghiaccio insidioso nelle fessure. Calzati i ramponi
procedo per un breve pendio di ghiaccio; per facili rocce raggiungo la cima.
Attendo sulla cima il primo sole, per non infreddolirmi preparo un grande
"ometto" di vetta. Lascio in una busta il mio nome e l'immaginetta di
San Riccardo Pampuri, santo della bassa lombarda. Avviso dunque via radio
Giorgio e velocemente inizio la discesa.
Per le 8.00 arrivo alla tenda dove Giorgio ha preparato la solita frugale
colazione."
Subito ci mettiamo in moto per organizzare lo smantellamento del campo, per
questa sera tutto il materiale deve essere in piramide !
Arrivati i quattro portatori da valle, Giorgio Vassena si reca ad effettuare
l'ultima misura sulla parte alta del ghiacciaio; contemporaneamente Matteo
Sgrenzaroli effettua le ultime misure nei pressi del campo base. Anche questa
volta assistiamo al rito della suddivisione dei carichi tra i portatori:
suddiviso il materiale i carichi vengono piu' volte soppesati e ridistribuiti
secondo le possibilita' di ciascuno.
Contemporaneamente Giacomo Casartelli si reca sul Kala Pattar, per effettuare
preziose fotografie del nostro ghiacciaio, che permetteranno di osservare
qualitativamente le variazioni del ghiacciaio confrontando le fotografie di
quest'anno con quelle acquisite nel 1994.
Inizia il lungo rientro. Giunti sulla morena che limita il ghiacciaio ci
soffermiamo per un ultimo sguardo al ghiacciaio Changri Nup. Dopo dieci giorni
di cammino su ghiaccio e pietre, proviamo una piacevole sensazione a calpestare
nuovamente l'erba. A sera ci ritroviamo nuovamente in piramide con i
ricercatori in medicina che in piramide hanno effettuato studi su modificazioni
di parametri fisiologici in quota. Anche loro domani mattina partiranno con noi
per il viaggio di rientro in Italia.
E' l'occasione per una piacevole serata finale, in cui vengono stappate le
bottiglie di vino e genepy gelosamente conservate per questa occasione. Anche i
nostri fedeli portatori vengono coinvolti nella festa e concludiamo la serata
con canti alpini e danze nepalesi.
Piramide - 12-13-14 ottobre 1998
Oggi 12 ottobre e' il giorno della partenza verso l'aeroporto di Lukla.
Questa mattina la piramide e' in fermento: e' attesa la visita di alcune
personalità italiane, facenti parte di una delegazione ufficiale che nei giorni
scorsi ha incontrato le autorità politiche e scientifiche nepalesi. Ci e' dato
il compito di descrivere la piramide e le ricerche attualmente in atto alla
piramide agli ospiti. E' l'occasione di conoscere l'ing. Giancarlo Morandi,
Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, grande appassionato di
montagna al quale spieghiamo le nostre esperienze di rilevamento glaciologico.
A mezzogiorno partiamo per il nostro viaggio di ritorno, passando per la
spendida valle di Perice e raggiungendo in serata Thianboche. Mentre durante l'avvicinamento
da Lukla alla piramide il percorso era pressoche' deserto, ora al contrario ci
troviamo immersi tra centinaia di escursionisti, in particolare statunitensi e
giapponesi, che sfruttano il bel tempo del mese di ottobre per effettuare il
"trekking" molto alla moda verso le pendici del monte Everest.
Ci troviamo abbastanza infastiditi da tanta folla, dopo tanti giorni trascorsi
nella solitudine del "nostro" ghiacciaio.
Il 13 ottobre raggiungiamo Namche Bazar e pur essendo a 3800 metri di quota non
risentiamo assolutamente della quota. Questo piccolo paese sembra trasformato
rispetto al nostro primo passaggio. Ora le strade sono affollate di turisti
occidentali e in ogni angolo sorgono bancarelle e piccoli negozi che vendono i
classici souvenirs locali.
Il 14 ottobre partiamo alla volta di Lukla. Il percorso sotto un cupo strato di
nubi si svolge lungo l'immensa vallata del Khumbu impegnandoci dalle 8 di
mattina fino alle 17 di sera, all'imbrunire. E' incredibile la vita che anima
il lungo sentiero che si snoda lungo la valle, tra piccoli paesi e ponti
sospesi. E' un continuo viavai di gente locale, portatori, escursionisti
europei. Lungo il stretto sentiero si incontrano spesso gli Yak, animale da
trasporto, che con le loro lunghe corna incutono un certo timore.
Caratteristiche sono le lunghe attese ai ponti sospesi, aspettando che la
carovana di Yak proveniente dal senso opposto raggiunga la nostra sponda.
A Lukla e' previsto il pernottamento, per imbarcarsi il giorno successivo con
l'aereo per Kathmandu.
Kathmandu - 15
ottobre 1998
Ci svegliamo
dunque a Lukla. Il lungo avvicinamento dalla piramide a Lukla che ci ha visto
percorrere in tre giorni di cammino circa 70 km, passando da quota 5000 metri a
circa 2800, e' concluso. L'attività per la partenza con i piccoli aerei da 15
posti per Kathmandu e' frenetica! Nascono infinite discussioni con i
responsabili nepalesi della compagnia aerea che deve condurci a valle in quanto
ci vorrebbero separare dalla nostra costosa strumentazione GPS-Trimble, che al
contrario non vogliamo assolutamente abbandonare a terra per essere trasportata
su voli successivi.
L'attesa si prolunga per diverse ore nella mattinata, e abbiamo dunque tempo
per accomiatarci dai nostri portatori e dal nostro sherpa Norbu. Il pensiero va
spesso al "nostro" ghiacciaio, all'ampia e affascinante valle di
Perice, alle cime che velocemente abbiamo lasciato. Cominciamo anche a pensare
al futuro del nostro lavoro. La rete GPS e i rilevamenti da noi effettuati sul
ghiacciaio hanno infatti senso se verranno seguiti nei prossimi anni da
ulteriori operazioni topografiche, anche meno impegnative, che permettano di
osservare le variazioni di dimensione del ghiacciaio stesso. Se quest'anno i
costi sono stati per la quasi totalità sostenuti dai membri stessi della
spedizione, non così potra' avvenire nel futuro. Riusciremo a trovare adeguati
sostegni economici per ripianare i costi della spedizione di quest'anno e per
finanziare ulteriori studi nei prossimi anni?
Verso le 11.30 decolliamo dalla pista terrosa dell'aeroporto di Lukla. Il
rapido viaggio che ci porta a Kathmandu sorvola profonde vallate ricche di
terrazzamenti che seguono l'andamento del terreno. Siamo tutti molto stanchi e
molti sprofondano in un sonno intenso. Durante i giorni trascorsi sul
ghiacciaio abbiamo perso tutti molto peso, tra i 5 e i 7 chili a testa. Il
fatto e' abbastanza usuale per chi effettua sforzi in alta quota, ma nonostante
cio' ci stupiamo di trovarci in genere molto dimagriti. All'aeroporto di
Kathmandu ci accomiatiamo da Mr. Siva, ricercatore idrologo nepalese, che ci ha
accompagnato per alcuni giorni nelle nostre ricerche in quota. Kathmandu ci
assorbe nel suo caos, composto da motorini, biciclette, venditori ambulanti.
Kathmandu brulica di turisti occidentali, impegnati in acquisti esotici ed in
particolare di preziosi "mandala" dipinti a mano, di sciarpe in
Chasemire, di strumenti musicali in legno o di piccoli Buddha. E' frequente
anche incontrare giovani che avvicinandosi furtivamente chiedono :"Smoke
?", cioe' "fumo ?", con evidente riferimento all'Ashish.
Non mancano gli incontri con gli alpinisti impegnati su queste alte cime. In
serata passeggiando per il quartiere Tamel incontriamo Sergio Martini, che ci
racconta del suo fallito tentativo di conquistare il suo ultimo 8000,
l'Everest. Ne siamo dispiaciuti! Ci riferisce brevemente dei quaranta giorni
passati al campo base e delle difficolta' incontrate oltre quota 8000 metri a
causa della neve alta ed instabile, che rendeva pericolosissimo l'avanzare
verso la vetta.
La serata si conlude con una meritata e abbondante cena, a base di carne di
Yak, patatine fritte, riso, verdure, pollo e altre gustose leccornie che da
tempo desideravamo. La fame accumulata negli ultimi venti giorni e' veramente
tanta!
Trascorriamo l'ultimo giorno a Kathmandu passeggiando per le caotiche vie della
citta'. Nella mattinata incontriamo Giorgio Passino che ci riferisce della
riuscita dell'ascensione al Pumori, da noi seguita con il binocolo dal campo
base, lungo lo sperone dei Giapponesi.
Domani sara' l'ultimo giorno a Kathmandu. Sabato partiremo alla volta
dell'Italia dove l'arrivo a Malpensa e' previsto per le 10.20 di Domenica. In
Italia ci aspetteranno molti impegni che prevedono l'elaborazione di tutti i
dati topografici acquisiti nella campagna di misura l'attivazione dei contatti
scientifici con i colleghi nepalesi e la preparazione di serate di divulgazione
scientifica in cui relazionare circa la nostra spedizione.
Durante il nostro lavoro ripenseremo con nostalgia ai rossi tramomonti
dell'Everest, alle notti rischiarate dalla luna piena e ai nostri amici sherpa
che ci hanno accompagnato in queste faticose giornate fra i ghiacci e le rocce
piu' alte del mondo!
In questo ultimo dispaccio dalla terra nepalese vogliamo inviare un cordiale e
affettuoso saluto a tutti coloro che ci hannno seguito tramite i nostri
dispacci pubblicati dal Giornale di Brescia e su questo sito Internet.
Vogliamo qui ringraziare tutte le persone che ci hanno aiutato
nell'organizzazione di questa spedizione. A partire da coloro che hanno
collaborato alla soluzione dei piccoli e grandi problemi di carattere
tecnico-logistico, fino a coloro che ci hanno seguito e consigliato nella
pianificazione degli aspetti scientifici.
Questo dispaccio vuole essere non un addio ma un arrivederci a quegli incontri
che saranno organizzati in Brescia e in altre città per divulgare i risultati
scientifici della spedizione e rendere piu' direttamente partecipi i lettori
del giornale delle nostra esperienza.
IMMAGINI DELLA SPEDIZIONE DEL 1998
LA CARTOLINA DEL 1998
Immagine
della "cartolina" della spedizione. Da sinistra i cinque componenti
della
spedizione Giacomo Casartelli, Gaetano Carcano, Giorgio Vassena, Matteo Sgrenzaroli,
Roberto Sgrenzaroli
SPONSOR DELLA SPEDIZIONE 1998
La spedizione scientifica “Changri
Nup Glacier Monitoring Expedition ‘98” è finanziata principalmente tramite
fondi di ricerca dell’ing. Giorgio Vassena e personalmente dai membri della
spedizione scientifica stessa.
UNIVERSITA’
DI BRESCIA
COMITATO
EV-K2-CNR
Il
comitato Ev-k2-CNR ha contribuito con il supporto logistico presso Katmandu e
durante tutte le ricerche svolte sul ghiacciaio Changri Nup. Il Comitato
Ev-K2-CNR ha inoltre ospitato gratuitamente presso il laboratorio Piramide i
ricercatori della spedizione.
COMITATO EV-K2-CNR
NIKON
INSTRUMENTS
Ha fornito
la strumentazione GPS per la spedizione
NIKON INSTRUMENTS
SARTELCO
SISTEMI
La
Sartelco Sistemi ha contribuito alla spedizione fornendo a titolo gratuito il
terminale satellitare impiegato dai ricercatori per comunicare e per inviare
messaggi e.mail in patria.
SARTELCO SISTEMI
GIORNALE
DI BRESCIA
Ha contribuito
economicamente alla spedizione e ha pubblicato sulle proprie pagine i resoconti
inviati via posta elettronica dal Nepal
GIORNALE DI BRESCIA
EDILVECO
EDILVECO
HIMALAYA '99
PRESENTAZIONE DEI RISULTATI DELLA PRIMA SPEDIZIONE